19 marzo- Festa del papà
come sempre, in questi tanti anni da quando hai deciso di non avere più una figlia, mi viene voglia di scriverti.
Non telefonarti, no, perchè sono sicura che faresti finta di non conoscermi e non lo sopporterei.
Come ogni anno mi dico:- povera scema a cosa serve dopo venticique anni pensarci ancora?-
Già proprio così, sono passati tutti questi anni senza che tu sentissi mai la voglia o la curiosità di cercarmi e chiedermi:- Come stai?-
Lo sai, ti avrei risposto e all'istante mi sarei dimenticata di tutto il dolore patito, dell'umiliazione sofferta nel sentirmi rifiutata, della sensazione di abbandono e solitudine che provavo ogni anno nelle feste di Natale o a Pasqua o nelle varie ricorrenze quanto tutte le famiglie si riunivano e sentivo nell'aria il calore degli affetti più cari.
Già perchè tu non mi hai mai accettata, fin da quando appena nata ti dissero che ero una femmina e non il tanto desiderato maschio e rompesti i piatti che erano sul tavolo.
Chissà se mi spaventai e sobbalzai nella culla, una cosa è certa, ho sempre avuto un certo timore nei tuoi riguardi, ma ti volevo bene, eri il mio papà!
Forse per questo ho sempre accettato di starmene un pò in disparte e guardare facendo finta di nulla, l'affetto che dimostravi a mio fratello: il figlio maschio, il bastone della tua vecchiaia, così lo definivi.
Avrei scordato anche che non volevi partecipare al mio matrimonio, perchè ancora una volta ti avevo deluso decidendo con la mia testa e l'hai fatto solo perchè ti ci hanno costretto e che quando è nata la mia prima figlia sei passato davanti all'ospedale e non sei nemmeno entrato a vederla; lo hai fatto tre mesi dopo e solo perchè costretto dalle mie nonne.
Avevo solo diciannove anni e mi sarebbe piaciuto avere vicino i miei genitori!
E avrei scordato gli anni in cui ho lavorato per te senza stipendio e senza neppur essere in regola e quando ti ho detto che volevo un altro figlio e ti ho chiesto di regolarizzare la mia posizione mi hai risposto che non avevi più bisogno di me, che al mio posto ti serviva un uomo, così dicesti!
Me ne sono andata, lasciandoti il lavoro e togliendoti il disturbo di vedere ogni giorno un'inutile e superflua figlia femmina.
Femmina sì, ma pensante e con un cuore ed una dignità troppe volte calpestate per poterlo sopportare ancora.
Ho avuto un'altra figlia e tu nemmeno la conosci!
Quelli che sono seguiti sono stati anni difficili, ogni tanto ti rivedevo e dover constatare di essere diventata trasparente ai tuoi occhi era ancor piu difficile e doloroso, tanto che ho imparato ad evitare accuratamente ogni occasione d'incontro.
Ma sono andata avanti ugualmente, a denti stretti e sono diventata forte a volte dura, soprattutto con me stessa e non mi permetto più di soffrire.
Ho una bella famiglia che tu ti sei perso, due splendide figlie, femmine sì, ( già anche a loro manca quell'appendice che per te era così importante) ma io le amo immensamente perchè sono le mie figlie ed i figli si amano per quello che sono, perchè sono nostri; ed ho un marito che ancor oggi dopo quasi trentaquattro anni mi vuol bene e sopporta i miei sbalzi d'umore, le mie tristezze improvvise, le mie idee matte.... e tu che dicevi che il mio matrimonio non sarebbe durato!
Ogni anno il 19 marzo, festa del papà, io festeggio ugualmente un papà, quello delle mie figlie, che diversamente da te è sempre stato orgoglioso delle sue bimbe e mai si è sentito sfortunato per non aver avuto un figlio maschio!
Sono passati tanti anni e ancora questa scema ti pensa e si dispiace per quello che la tua mentalità vecchia e ristretta le ha negato, ma credimi, quello che più ci ha rimesso sei tu: ti sei perso per sempre la possibilità di capire quanto grande e profondo e pieno d'amore fosse il cuore di tua figlia e delle tue nipoti.
Peccato!